Che soluzioni esistono per amplificare una chitarra
acustica?
Una chitarra acustica può essere amplificata in diversi
modi, con rese molto variabili a seconda
della soluzione adottata. Vediamone alcune:
Trasduttore
piezoelettrico
La caratteristica piezoelettrica di
cui sono dotati alcuni cristalli consiste nella loro capacità di generare un
differenziale di potenziale elettrico quando vengono sottoposti a una
deformazione di tipo meccanico. Il pick up piezoelettrico più diffuso è
costituito da un piccolo blocco di materiale cristallino o ceramico rivestito
in metallo o plastica, che sfrutta le sue proprietà fisiche per catturare le vibrazioni dello
strumento a corde e tradurle poi in suono.
Molto spesso viene posto al di sotto della selletta in osso del ponte
(undersaddle pick up), luogo in cui è più facile captare la maggior quantità di
vibrazioni. Può essere però applicato anche alla tavola armonica tramite
adesivi o viti oppure sotto al ponte. I piezo più diffusi sono attivi, cioè
collegati a un preamplificatore alimentato solitamente a batteria da 9V che può
presentare controlli volume e eq. Questo preamplificatore, a volte equipaggiato
anche con accordatore digitale, può essere alloggiato in uno scasso nella
fascia o all’interno della buca.
Pick up magnetico
Del tutto simile a un pick up per chitarra elettrica e applicato alla buca,
è una soluzione che permette di non dover intervenire in maniera invasiva sullo
strumento. Con essa si perdeva in tempi passati gran parte delle qualità
timbriche dello stesso, poiché la cassa armonica dello strumento influisce
marginalmente sul timbro complessivo. Oggi però, grazie a elettroniche più
sofisticate e a sistemi ibridi in grado di gestire simultaneamente diversi
rilevatori, le performance dei pick up magnetici hanno raggiunto livelli tali
da renderli molto apprezzati da professionisti impegnati nei più disparati
generi musicali per la definizione e la potenza del timbro.
Microfonatura
L’utilizzo di microfoni per amplificare il suono della chitarra acustica è
sicuramente quello garantisce prestazioni più elevate, ed è pertanto la
soluzione prediletta dai professionisti. Naturalmente molto dipende dal tipo di
microfono utilizzato, dal suo posizionamento, dalle capacità del fonico e da
quelle del musicista stesso, che dovrà saper gestire la distanza della chitarra
dal microfono. Riguardo a quest’ultimo punto, se da un lato il chitarrista
dovrà ovviamente stare attento a non urtare il microfono, dall’altro potrà
dosare la distanza dallo strumento di ripresa in maniera creativa per ottenere
effetti di dinamica, volume e feedback o altro che possono dare quel quid in
più in termini di espressività.