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Catena effetti chitarra/basso - Ottimizzare il suono gestendo alimentazione e collegamenti.

Catena effetti
chitarra/basso - Ottimizzare il suono gestendo alimentazione e collegamenti.

In questo articolo ci occuperemo di come ottimizzare il suono alimentando e collegando correttamente tra loro e con la nostra chitarra gli effetti a pedale.


In questo articolo ci occuperemo di come ottimizzare il suono alimentando e collegando correttamente tra loro e con la nostra chitarra gli effetti a pedale (anche detti stompbox), dando per scontato che chi legge conosca già le differenze tra i vari effetti a pedale e rimandando all’articolo “La catena effetti per chitarra elettrica: capirla e organizzarla al meglio” per una trattazione generale.

Per fare questo sarà necessario chiarire alcune informazioni e definizioni tecniche, che verranno comunque presentate in maniera divulgativa e comprensibile a tutti.


Quali grandezze fisiche ci interessano e come gestirne gli effetti

Affrontiamo tre definizioni in campo elettrico molto importanti per un uso consapevole dei pedali effetto:

  • Tensione e Corrente
    Facciamo chiarezza su due grandezze elettriche sempre indicate sui nostri effetti: tensione (o differenza di potenziale) espressa in Volt, e (assorbimento di) corrente, espressa in Ampere.

  • Impedenza
    È un valore elettrico complesso e un po’ sfuggente, ma fondamentale per il buon funzionamento della nostra pedaliera; come la resistenza, che ne è una componente, è espressa in Ohm.


Volt & Ampere

Nell’articolo “La catena effetti per chitarra elettrica: capirla e organizzarla al meglio” si parla di alimentazione dei pedali tramite alimentatore esterno o pila, usualmente entrambi da 9V (o poco più), evidenziando la necessità di scegliere un alimentatore capace di erogare una sufficiente corrente o “amperaggio”.


L’esempio della cascata

Un esempio classico per capire la differenza tra voltaggio e amperaggio, ovvero tra tensione e corrente è questo: immaginate la cascata di un torrente o un fiume; questa avrà una certa portata d’acqua, relativa al volume di liquido che attraversa il bordo della cascata per unità di tempo, e una certa altezza, relativa al dislivello tra il punto di partenza e il punto di arrivo della caduta d’acqua. Possiamo immaginare l’altezza della cascata come la tensione tra due poli elettrici e la portata d’acqua come la corrente che transita tra gli stessi.

Un corso d’acqua può portare poco liquido, essere stretto o semi-asciutto, ad esempio un torrente in estate, ma cadere a valle da una grande altezza: in questo caso possiamo immaginare un piccola corrente (portata d’acqua) scorrere tra due poli con un’elevata differenza di tensione (altezza della cascata).


D’altro canto possiamo avere un grande fiume, con una grande massa d’acqua, che cade però solo per pochi metri al livello inferiore: in questo caso avremo una grande corrente che scorre tra due poli con una piccola tensione. In mezzo, tutte le varianti possibili.


Alimentazione corretta, sound migliore

Generalmente i pedali effetto funzionano tutti a 9 Volt, alcuni a 18, altri, assai più rari, a 24. Gli alimentatori per pedaliere più raffinati offrono prese almeno a 9 e 18 Volt. Ciò a cui dovremo porre attenzione è l’erogazione di corrente di ogni singola presa dell’alimentatore, confrontandola con la richiesta di ogni pedale effetto, indicata sul pedale stesso o nel suo manuale.

Ovviamente la presa dovrà essere in grado di fornire una corrente almeno uguale (meglio se leggermente superiore) a quella richiesta dall’effetto. Non è raro che alcuni effetti e multi-effetti digitali da pavimento o banco siano alimentati in maniera insufficiente e di conseguenza tacciati di cattiva qualità; fornendo l’alimentazione corretta, potremmo restare stupiti dal miglioramento della loro qualità sonora!

Alcuni pedali distorsori possono funzionare sia a 9 che a 18 Volt, selezionabili tramite uno switch interno: se pensate all’esempio della cascata, la seconda opzione è preferibile per poter godere di una migliore risposta dinamica o di un suono “più profondo”, perché il nostro tocco potrà distribuirsi con maggior dettaglio su una maggiore “altezza”. La cosa sarà ancor più evidente a 24V, anche se di solito gli effetti con quella tensione di funzionamento sono dotati di alimentatore interno a 220V.


Impedenza in bottiglia

Anche per le impedenze di uscita e ingresso possiamo ricorrere a un esempio per immagini.

Supponiamo di avere due bottiglie diverse, con colli di diverso diametro, e di dover passare del liquido da una all’altra. Ovviamente sarà più semplice far passare il liquido dalla bottiglia con l’imboccatura più stretta a quella con l’imboccatura più larga; il contrario sarà più o meno difficile a seconda della differenza di diametro tra le due imboccature, fino a un’incompatibilità tale da rendere impossibile il travaso impossibile, a meno forse di ricorrere a un imbuto o un raccordo (il cosiddetto buffer, ne parleremo in un prossimo articolo).


Pensando al nostro segnale elettrico come fosse un liquido, per evitare di buttarne troppo a terra durante il travaso dobbiamo fare in modo che l’impedenza d’ingresso di un pedale sia molto più alta di quella d’uscita del pedale (o della chitarra) che lo precede; allo stesso modo, l’impedenza d’uscita di un pedale deve essere molto più bassa di quella dell’ingresso che segue.

Questo spiega perché a volte il suono risultante dalla nostra catena effetti cambia in meglio o in peggio a seconda di come sono disposti i pedali. Non è un’impressione soggettiva, ma un fatto reale.


Qualche valore di impedenza

Non tutti i costruttori sono così generosi di dati tecnici da pubblicare le impedenze di ingresso e uscita dei loro prodotti, anzi a volte un valore “fuori misura” può essere il segreto di una certa specifica sonorità. Basandosi su pedali molto diffusi, una coppia di valori frequente è: impedenza d'ingresso 1 MOhm (1.000.000 di Ohm, anche per l’input degli amplificatori) e impedenza d'uscita 1 kOhm (1.000 Ohm); in questo caso è raccomandabile che il pedale successivo abbia un'impedenza d'ingresso di almeno 10 kOhm (10.000 Ohm). Se però prendiamo in considerazione il noto Ibanez TubeScreamer e altri, i suoi valori sono di 500 kOhm (500.000 Ohm) in ingresso e 10 kOhm (10.000) in uscita. Prendiamo a esempio un altro diffuso effetto, il Big Muff della Electro-Harmonix: l'impedenza d’ingresso in questo caso si aggira sui 130 kOhm (130.000 Ohm), quella di uscita è di 300 Ohm.


I minori valori in ingresso di questi due pedali ci dicono qualcosa, anche se nel caso del TubeScreamer è questione di lana caprina: i loro valori possono “togliere” qualcosa al segnale che arriva dalla nostra chitarra elettrica in determinate condizioni d'uso, in genere alte frequenze che possono determinare asprezza in distorsione.


Impedenza e pickup

I pickup, come sappiamo, hanno resistenze degli avvolgimenti variabili da circa 5 a circa 20 kOhm, con notevoli differenze da un modello all'altro. Questi valori però non dicono molto sull'impedenza d'uscita del nostro strumento, che è legata anche agli altri componenti del pickup e del circuito, cablaggio e cavetti inclusi, per di più variabile in funzione della frequenza, della tensione, della corrente; sono grandezze che variano secondo tocco, posizione sulla tastiera, posizione dei potenziometri di volume e tono, tipo di risposta dello strumento, del pickup, delle corde, etc.


L'impedenza è espressa in Ohm, come la resistenza, ma in realtà quest'ultima ne è una componente insieme a capacità e induttanza. Insomma, una grandezza complessa e ricca di informazioni, quanto poco circoscrivibile (in regime di corrente alternata).

In linea di massima si può considerare l'impedenza d'uscita di una chitarra con pickup passivi relativamente alta. Se prendiamo ad esempio un valore medio di 10 kOhm (10.000 Ohm), dovremo teoricamente trovare un'impedenza d'ingresso 10 volte superiore nell'effetto o amplificatore a cui colleghiamo la chitarra, quindi almeno 100 kOhm (100.000 Ohm), giusto quelli offerti dal Big Muff vintage. Non è però detto che in determinate condizioni di uso dello strumento il valore d’impedenza in uscita per determinate frequenze non sia superiore; ed ecco che l'impedenza d'ingresso del nostro pedale funzionerà come un filtro passa basso, quindi tagliando gli alti sopra un certo valore e per di più variando il taglio in base a tutte le variabili implicate.

Se la nostra chitarra è invece dotata di pickup attivi, i problemi possibili fin qui descritti si azzerano, dal momento che questi pickup forniscono un segnale elettrico potente e già adattato in impedenza.


Quindi quali valori per i pedali?

I valori di impedenza di 1 MOhm in ingresso e 10 kOhm in uscita sono ormai considerati standard per i pedali effetto, ma ci sono eccezioni finalizzate: ad esempio, alcuni booster offrono valori in ingresso superiori (Mesa/Boogie Tone-Burst 2 MOhm, Duesenberg Gold Boost 4,7 MOhm) per far passare frequenze normalmente poco udibili.

Non dubito che i tecnici mi odieranno per quanto e come ho scritto, ma credo che il pubblico del nostro blog potrà gradire le semplificazioni. In ogni caso eventuali approfondimenti sono alla portata dei manuali di fisica di licei scientifici e tecnici.


Giudice è l’orecchio

Tornando alla nostra pedaliera, una verifica dei valori di impedenza degli effetti che utilizziamo è spesso superflua, ma doverosa se il suono non ci convince. Per i casi difficili, ricordiamoci che possiamo rivolgerci al nostro tecnico di fiducia.

Il campanello d’allarme sarà sempre e comunque il nostro orecchio: se il suono non ci convince, prima di sostituire l’ennesimo pedale, proviamo a capire dove potrebbe essere l’arcano impedimento!


Fabrizio Dadò