Dalla didattica al tempo libero: la
nuova età dell’oro della ‘pulce saltellante’
Negli ultimi anni l’ukulele (letteralmente ‘pulce
saltellante’) ha vissuto un vero e proprio boom, arrivando ad essere preferito
per ai ben più classici flauto dolce e melodica in campo didattico e a
sostituire la chitarra nei più spensierati falò da spiaggia. Perché?
I motivi sono sicuramente più di uno: ad esempio l’ukulele
unisce alla trasportabilità tipica di strumenti come la melodica, la
possibilità di accompagnare con la voce la propria esecuzione, proprio come una
chitarra. Senza contare che l’ukulele si presta maggiormente a un repertorio
moderno rispetto a un flauto dolce, tanto che in rete è sempre più facile
reperire interi canzonieri adattati per il piccolo strumento a quattro corde.
C’è anche da considerare che l’ukulele può essere suonato con relativa facilità
da piccole mani, che il prezzo è molto contenuto e che anche gli adulti provenienti dalla
chitarra o dal basso possono agevolmente adattarsi alle nuove diteggiature e ai
nuovi accordi, trasportando le proprie conoscenze sul nuovo strumento.
Diciamocelo: sarà perché ammantato di esotismo hawaiano, ma è indubbio che l’ukulele porti con sé un immaginario ben più spensierato, allegro e colorato di un austero flauto dolce o di una classica melodica!
Cenni storici
Ukulele significa ‘pulce saltellante’. Questo fu il nome dato
dagli abitanti di Honolulu a quel piccolo strumento a quattro corde che gli
immigrati portoghesi suonavano mentre si dedicavano al lavoro nei campi di
canna da zucchero. Era il 1800, e i migranti provenienti da Madeira
utilizzavano la pulce saltellante per suonare canzoni folk portoghesi arrivando
a fare breccia nel cuore degli autoctoni, tanto che anche questi iniziarono a
dedicarsi a quello strumento che sembrava rendere il lavoro meno faticoso e più
allegro.
Le sue parti
A
prima vista l’ukulele potrebbe sembrare una chitarra in miniatura con quattro
corde: una sorta di incrocio tra una
chitarra e un basso. In realtà è uno strumento a sé stante, con le sue
particolarità timbriche, i suoi registri sonori, le sue tecniche, i suoi ambiti di utilizzo. Ma
dal punto di vista costruttivo l’ukulele condivide con basso e chitarra tutti
gli elementi strutturali principali:
- Paletta (parte terminale del manico dove vengono inserite le meccaniche)
- Tastiera (dove vengono inseriti i tasti per produrre le note)
- Manico (dove lo strumentista entra in contatto con lo strumento e dove viene incollata la tastiera)
- Corpo (la cassa di risonanza dello strumento)
- Buca (il foro di apertura della cassa di risonanza)
- Capotasto (barra di diverso materiale che determina l’altezza delle corde nella parte terminale della tastiera)
- Ponte (placca per il fissaggio corde, solitamente in legno)
- Meccaniche (le chiavi che servono ad accordare lo strumento)
Tipi di ukulele: quali scegliere?
‘Che tipo di ukulele
scegliere, soprattutto per cominciare?’
Questa è una delle domande più diffuse.
Partiamo col dire che esistono 5 tipi di ukulele, che si distinguono in base
alla loro dimensione e conseguentemente al loro registro sonoro. Naturalmente, il range dell'ukulele tende al grave
al crescere del diapason (cioè alla distanza tra il ponte e il capotasto) ed è
legato al tipo di accordatura che si intende utilizzare. L’accordatura più
comune è comunque quella in Do (Sol-Do-Mi-La), a cui fa eccezione l’ukulele baritono.
TIPO |
LUNGHEZZA DIAPASON |
LUNGHEZZA TOTALE |
ACCORDATURA |
Sopranino |
meno di 12" (30 cm) |
circa 17" (43 cm) |
GCEA (Sol-Do-Mi-La) |
Soprano |
13" (33 cm) |
21" (53 cm) |
GCEA (Sol-Do-Mi-La) |
Concerto (mezzosoprano) |
15" (38 cm) |
23" (58 cm) |
GCEA (Sol-Do-Mi-La) |
Tenore |
17" (43 cm) |
26" (66 cm) |
GCEA (Sol-Do-Mi-La*) |
Baritono |
19" (48 cm) |
30" (76 cm) |
DGBE (Re-Sol-Si-Mi) |
*Il La nell’ukulele tenore viene portato un’ottava sotto,
risultando così la nota più grave.
- Sopranino: oggi quasi in disuso, è il più piccolo e ha caratteristiche molto simili al soprano ma con misure ancora più ridotte
- Soprano: è il più comune e il più ridotto dopo il sopranino, offre il classico suono inconfondibile "da ukulele". E’ quello che più spesso viene scelto dai principianti, presenta dai 12 ai 14 tasti.
- Concerto (mezzosoprano): ideale per l’accompagnamento ritmico, ha anche un suono più pieno. Ha dai 15 ai 20 tasti
- Tenore: il più adatto in fase solista, con una tensione delle corde maggiore e un suono ancora più pieno rispetto al concerto. Ha più di 15 tasti e presenta il La accordato un’ottava sotto rispetto agli ukulele di dimensioni minori
- Baritono: con più di 19 tasti, è il più grande degli ukulele e presenta la stessa accordatura delle prime 4 corde della chitarra (Re-Sol-Si-Mi). Perde per questo il classico ‘suono da ukulele’, ma risulta molto pieno e facile da suonare per chi proviene dalla chitarra
Le corde
Le corde dell’ukulele possono essere costruire con diversi materiali, e la ricerca tecnologica sta via via trovando nuove soluzioni per andare incontro a un mercato in crescita. A titolo esemplificativo possiamo citare corde in nylon trasparente, nylon nero oppure in bio-nylon, cioè nylon ecologico. Per i professionisti e per chi cerca prestazioni superiori la scelta ricade sul Nylgut (budello sintetico) con le sue varianti o su corde al fluorocarbonio (anche queste disponibili con diverse formule).
I marchi più quotati sono Aquila (italiane) per le corde in Nylgut e Worth (giapponesi) per quelle in fluorocarbonio, ma quasi tutti i
produttori di corde per chitarra e basso offrono ormai anche corde per ukulele.
Come sempre il consiglio è provare per calibrare al meglio la scelta sul
proprio strumento e in base al proprio stile esecutivo.
Una nota importante in chiusura: siccome le corde per ukulele sono piuttosto delicate e si usurano con facilità, non si dovrebbero mai usare plettri per chitarra, ma solamente le dita o plettri in feltro.