ome mettere a punto il ponte vibrato a 6 viti della nostra chitarra elettrica.
In
questo articolo trovi istruzioni e consigli sulla
regolazione del ponte
vibrato
della chitarra elettrica, con particolare riferimento ai
modelli utilizzati su strumenti in stile
strat o super-strat.
Questa
operazione è parte del
setup o regolazione generale della chitarra,
che include argomenti trattati sul
blog Soundsation, come l'action, la compensazione delle ottave e la regolazione dei pickup.
Prima
di procedere è bene avere:
Accertato
questo, possiamo parlare di alcuni modi di regolare il nostro ponte vibrato con
molle nei suoi diversi tipi, anche detti
leva (del) vibrato o tremolo
o addirittura tremelo (in modo erroneo: infatti in Italiano il tremolo
è una variazione di volume e il vibrato una variazione di intonazione,
mentre in Inglese spesso i due termini vengono usati al contrario):
- stile vintage a sei viti
- flottante (floating) a due piloni
(nella foto il Fender American Standard)
- floating e locking, a due piloni con blocca-corde
e tira-cantini (nella foto un classico Floyd Rose)
Tutti
i tipi citati possono essere accompagnati alla paletta da
meccaniche auto-bloccanti che,
serrando le corde nell'alberino, impediscono la perdita dell'accordatura (entro
certi limiti). Nei modelli floating di derivazione
Floyd Rose è presente
un capotasto blocca-corde (locking). In questo articolo ci concentriamo sul
classico
vibrato di scuola Fender vintage.
Altrove
nel
blog Soundsation parliamo invece di ponti floating come Floyd Rose e
Wilkinson, e modelli storici come Bigsby e Vibrola Gibson.
Il
“synchronized tremolo”
Partiamo
dagli inizi, ovvero dal sistema di “tremolo sincronizzato” Fender dovuto alla
dedizione di
Leo Fender e alla guida del chitarrista country Bill
Carson
nello sviluppo della Stratocaster.
Questo
tipo di vibrato è talmente diffuso e conosciuto che non mi dilungo nella
descrizione. Basti ricordare che la piastra base bascula su
sei viti. Un
numero di
molle variabile da due a cinque tiene uniti il blocco
inerziale
(corpo metallico avvitato sotto la base del vibrato) e il corpo
della chitarra tramite un elemento in lamiera con cinque denti o artigli (
claw).
Una
leva inserita nel corpo del vibrato permette di allentare la
tensione delle corde e quindi abbassare in modo sincrono la loro intonazione.
Elementi
e materiali del vibrato
Non
esiste nel mondo della chitarra elemento dalla regolazione più incerta e meno
“regolamentata”, dal momento che ogni chitarrista può impostarlo secondo le
proprie preferenze. Suggerirò quindi
regolazioni di massima generalmente
accettate, ma sempre suscettibili di variazioni.
A
proposito delle sei viti, anche queste vanno “regolate”: avvitatele fino a
raggiungere la battuta sulla
piastra base (bridge plate) e poi
svitatele di un quarto di giro. Possiamo svitare ulteriormente di poco le viti
centrali, ma c'è chi le toglie del tutto e lascia fare il lavoro alle due viti
laterali. In genere sono in grado di reggere da sole lo sforzo e il
comportamento del vibrato si avvicina alla fluidità e regolarità di un
floating
a due piloni
(o fulcri, o pivot).
Più
la piastra è ben lavorata e sagomata sui bordi, meglio lavorerà il vibrato. C'è
chi svasa le smussature intorno ai fori sul fondo della piastra a contatto con
il corpo della chitarra, in modo da avvicinare il contatto tra bordo e vite a
quello di una
lama (knife edge).
Alcuni
blocchi inerziali sono più sottili di quelli dei modelli di tipo vintage per
consentire l'uso della leva in entrambe le direzioni senza che tocchino il
corpo della chitarra nella cavità. Va però ricordato che
materiale e massa
del blocco inerziale
(tremolo block o sustain block), così
come delle selle, sono molto importanti ai fini sonori. Andiamo dall'
acciaio
(il più apprezzato) all'ottone alle leghe di zinco, fino alle
polveri metalliche pressate nei tipi più economici.
La
qualità generale del ponte vibrato, molle incluse, è fondamentale per
ottenere un
suono di qualità; ha a che vedere con il colore generale del
suono, con la velocità di trasmissione delle vibrazioni e con il
sustain.
Anche
la qualità delle sei viti e della lavorazione dei fori è importante,
soprattutto ai fini della fluidità e della precisione del funzionamento.
Su
questa ammirevole unità vibrato nata negli Anni '50 si possono regolare
l'action e l'intonazione dello strumento agendo sulle sei selle individuali,
come abbiamo visto negli articoli “
Il setup della nostra chitarra (Pt. 3) - Come regolarel'action della chitarra in base al tipo di ponte” e “Il setup della nostra chitarra (Pt. 4) - L'intonazionedelle ottave”. Prima di far questo dobbiamo decidere quante molle
useremo e come posizioneremo il ponte rispetto al top della chitarra. Questo
influirà sulla tensione delle corde, sul funzionamento del vibrato e anche sul
suono dello
strumento in stile strato.
Il
sistema di
regolazione totale in fabbrica
Partiamo
da un sistema pratico classico della Fender per
installare il ponte vibrato
su una Stratocaster nuova di pacca.
Innanzi
tutto teniamo in considerazione che un ponte vibrato che si rispetti viene
venduto con una posizione delle selle pre-regolata in fabbrica per
un'intonazione di massima corretta per
corde .009-.042 / .010-.046. Per cominciare ci serve un
blocchetto di legno di circa 25x50 mm con uno spessore scalato da 6 a 12 mm
circa; insomma,
una zeppa (wedge). Se siete stratocasteristi
volenterosi e convinti conviene averne una o farsela fare da un artigiano.
Lo
strumento deve avere le corde montate e un
capotasto mobile fissato al primo tasto se
il capotasto non è stato ancora rifinito. Le viti sono avvitate come descritto.
Le molle non devono essere ancora montate e i denti di ancoraggio al corpo
devono trovarsi a circa 25 mm dal bordo della cavità. Inserite il blocchetto di
legno tra il blocco inerziale e il corpo, in modo da obbligare il blocco in una
posizione centrata e ortogonale rispetto all'asse longitudinale del
corpo della chitarra. Accordate e fate scivolare il blocchetto di legno dentro
e fuori dalla cavità finché la distanza tra base del ponte (inclinata) e top
della chitarra arriva a circa 2 mm. Riaccordate. Regolate il relief del manico,
poi l'action e quindi togliete il capotasto mobile. Questo è il momento in cui
lo tolgono alla Fender perché devono ancora livellare il capotasto, ma a mio
avviso noi che abbiamo una chitarra già finita possiamo toglierlo prima di
regolare relief e action, se non addirittura evitare di montarlo del tutto.
A
questo punto possiamo anche regolare l'
altezza dei pickup come
illustrato negli articoli “
Il setup della nostra chitarra (PT 5) - Regolazionedei pickup single-coil”.
Fatte
tutte queste cose possiamo finalmente montare le molle.
Per
cominciare installiamo
tre molle, posizionate parallele tra loro dai
fori nel blocco ai corrispondenti artigli. Ora avvitiamo gradualmente le viti
che estendono le molle fino a che la zeppa di legno non cadrà da sé. Fatto!
A
questo punto possiamo ricontrollare
accordatura, relief, action e
intonazione della chitarra
.
Prendete
da questa procedura ciò che vi serve di volta in volta, tralasciando i passi
precedenti già praticati. Inutile dire che il blocchetto di legno è superfluo
per chitarre già assemblate.
La
stessa regolazione si può adottare per il vibrato a due piloni stile American
Standard.
Chitarristi
famosi e molle
Questa
è la “regola”? Neanche per sogno! Settant'anni di Stratocaster e
chitarre simili ci hanno abituato a vedere regolazioni
molto varie
della distanza tra base del vibrato e top della
chitarra, oltre a un
numero di molle variabile da due a cinque, persino
una sola (quando si tiene il ponte a battuta sul top e il blocco inerziale
immobilizzato tramite uno spessore fisso di legno alla
Eric Clapton
prima maniera).
Non
sono “avvistamenti certificati”, ma
Ritchie Blackmore dei Deep Purple
usava cinque molle e teneva il ponte fortemente inclinato per usarlo sia in
modo ascendente che discendente. Anche
Jimi Hendrix e Stevie Ray
Vaughan
usavano cinque molle, ma tenevano il ponte bloccato a battuta sulla
chitarra, così come il primo
Eddie Van Halen per i suoi “dive bombing”.
Cinque è davvero un numero di molle elevato e applica una considerevole
tensione a corde e chitarra. Personalmente mi attesto su tre molle, ma c'è chi
ne monta solo due nei fori esterni del blocco inerziale, angolandole per
ancorarle ai denti centrali. Non solo:
le molle after-market possono essere
di diverse lunghezze
e c'è chi le cambia a seconda del numero che utilizza.
In
generale, possiamo dire che se facciamo un uso musicale e sostenuto della leva
del vibrato, due o tre molle di quelle di serie vanno bene. Se lo usiamo come
colore o di rado, tre o quattro molle sono possibili. Il numero 3 torna e
Fender non a caso ci basa il suo
setup di fabbrica, con corde .009-.042
sui modelli Standard e .010-.046 sui modelli Vintage.
Chitarristi
famosi e inclinazione
Passiamo
alla inclinazione del ponte sul top della chitarra. Abbiamo visto che un paio
di millimetri sono la regolazione di fabbrica della Fender, ma un chitarrista
come
Jeff Beck, che della leva del vibrato ha fatto un elemento
stilistico fondamentale, tiene il suo ponte American Standard inclinato a ben 5
mm di altezza dal top, in modo da poter usare la leva agevolmente sia per
alzare che per abbassare l'intonazione. Nello specifico Beck cerca di ottenere
un innalzamento di un tono intero della corda Re pigiata al III tasto (da
fa
a sol).
Parlando
di un altro “fissato” della leva,
Scott Henderson, il suo vibrato è
regolato in modo da ottenere un innalzamento di una terza maggiore sulla corda
Sol (
si) e un abbassamento di circa un'ottava della corda La nel
movimento contrario.
Bene,
se non volete passare la vita con
accordatore, cacciavite e calibro in mano,
fidatevi della regolazione che vado a suggerirvi, valida un po' per tutti gli
usi e buona come punto di partenza per adeguamenti personali: l'innalzamento di
intonazione che suggerisco è di
“quasi” un tono suonando un re# al IV tasto
sulla corda Si
; se poi si arriva a un tono intero non è certo grave.
Se
invece la leva vi interessa poco e non sopportate che durante un
bending
le altre corde risuonino calanti (ricordiamoci che tutto il sistema si trova in
un equilibrio sincronizzato sì, ma anche mobile), tenete il ponte tutto
abbassato, a battuta sul top della chitarra.
Piccole
attenzioni per godere di un buon vibrato
Oltre
alla scelta di un modello di
buona qualità costruttiva, ecco qualche
suggerimento per un
funzionamento ottimale del vibrato:
- il capotasto deve essere perfettamente lavorato per gli spessori delle corde adottate; un liutaio è indispensabile per una buona riuscita
- è
utilissimo che il capotasto sia in
materiale auto-lubrificante a base di
grafite; i capotasti in osso o plastica comune vanno lubrificati periodicamente
passando nei solchi la punta di una
matita
- le corde devono essere avvolte correttamente sulle meccaniche; la loro pulizia e lubrificazione con prodotti specifici aiutano sempre
- le meccaniche devono essere efficienti e non soffrire di gioco negativo (backlash), cioè non tornare (neanche impercettibilmente) indietro dopo l'accordatura
- gli inviti per le corde sulle selle devono essere ben realizzati e smussati
- ogni
tanto, al cambio corde, è consigliabile mettere
una goccia di olio per
macchine da cucire sui solchi delle selle
- periodicamente va controllato il serraggio delle viti che uniscono il blocco inerziale alla piastra base
- gli
alberini abbassa-corde sulla paletta
andrebbero regolati in modo che le corde abbiano un'inclinazione il più
possibile parallela tra loro dopo il capotasto; anche qui un po' di
lubrificante ogni tanto aiuta
- in
una chitarra nuova il foro che accoglie la
leva del vibrato (o del tremolo)
solitamente è chiuso da un adesivo per tenere all'interno una minuscola
molla
di contro-spinta; questo è un elemento su cui giocare per trovare la propria
posizione personalizzata
- in assenza della suddetta molla o in aggiunta, si può regolare la frizione della leva con vecchi metodi fai-da-te, quali nastro adesivo o rafia o fili di spago avvolti blandamente sul terminale filettato della leva, senza esagerare per non rischiare di rovinare la filettatura.
Non
rinunciate alla qualità
Bene,
non è tutto sul vibrato in stile vintage a sei viti, ma è già molto. Se partite
da strumenti non costosi, non rinunciate alla
qualità, come quella
offerta dalle
chitarre Soundsation.
Per
il vibrato Stratocaster esiste un ricco mercato di accessori e ricambi, che
vanno da leve di diverse lunghezze e angolazioni fino a dispositivi cosiddetti
tremsetter
che ne ottimizzano il funzionamento.
Non mancate di sperimentare le vostre soluzioni e ricercare in rete tutorial affidabili. Questa è solo una parte della storia, come potete sempre leggere sul nostro fantastico blog.
Fabrizio
Dadò
Riferimenti:
D.Erlewine, Guitar Player
Repair Guide
- Miller Freeman Books, 1990.