In
questo articolo trovi istruzioni e consigli sulla regolazione dell'action
o, in Italiano, azione, della chitarra elettrica o acustica. Si
tratta di un insieme di operazioni che include la regolazione dell'asta
tendi-manico (o truss-rod) del manico, descritta sul blog Soundsation
negli articoli Che cos'è il truss-rod? e Regoliamo il truss-rod.
Prima
di procedere dobbiamo avere:
- una tastiera ben livellata e rifinita
- le
corde ben montate e accordate
- un capotasto di altezza corretta
- il
manico regolato secondo il proprio gusto.
Accertato
tutto questo, possiamo parlare di come regolare da sé l'action agendo sul ponte
e sulle sue selle.
Che
cos'è l'action
Con
il termine di derivazione pianistica action o azione si intende
sostanzialmente il modo in cui il chitarrista sente le
corde sulla tastiera della chitarra sotto le proprie dita. Il riferimento
principale per questa sensazione più o meno confortevole è la distanza
esistente tra le corde e la sommità dei tasti della chitarra. È una misura
fondamentale per godere di uno strumento comodo da suonare senza
sacrificare il suono, ma la sua regolazione comprende almeno due operazioni da
fare dopo aver montato le corde sullo strumento.
- Rettilineità
del manico
Come abbiamo visto negli articoli del blog Che cos'è il truss-rod? e Regoliamo il truss-rod, i manici delle chitarre elettriche, acustiche a corde in metallo e a volte anche delle classiche a corde in nylon sono dotati all'interno di un'asta tendi-manico o truss-rod. La regolazione consente di correggere la tendenza del manico ad assumere un andamento non rettilineo rispetto alla linea retta rappresentata dalle corde tra il capotasto e il ponte, allontanandosi o avvicinandosi alle stesse nella porzione centrale. - Altezza del ponte e
delle selle
La regolazione dell'altezza del ponte (bridge) della nostra chitarra permette di avvicinare o allontanare le corde rispetto alla tastiera. Le chitarre elettriche possono essere dotate di ponti con selle (saddles) fisse in senso verticale o regolabili singolarmente in altezza, aggiungendo un ulteriore passo di regolazione.
Le chitarre acustiche, sia con corde in
metallo che in nylon, sono invece equipaggiate con un ponte fisso non
regolabile (tranne rare eccezioni), su cui si può intervenire solo
asportandone fisicamente una sezione fino a ottenere l'altezza desiderata.
Tipi di
ponte e selle
I tipi di ponte più diffusi sono:
- in
stile wrap-around
- in
stile Tune-O-Matic
- in
stile Stratocaster (vibrato)
- in
stile Telecaster a 3 o 6 selle (hard-tail)
- fisso
(chitarra acustica o ibrida).
Vediamoli uno per uno.
Ponti wrap-around
Possiamo definirli come una versione
semplificata della coppia costituita da ponte stile Tune-o-matic e
attacca-corde fisso (con piloni o a trapezio). Il wrap-around
fa da ponte e attacca-corde in soluzione unica e può essere lavorato per
pre-compensare l'intonazione di alcune corde. È tra i primi e più semplici
ponti prodotti. Se ne può regolare solo l'altezza generale agendo sui piloni
laterali. La curvatura del ponte rispetto al raggio di curvatura (radius)
della tastiera è pre-impostata. Alcuni modelli moderni, sono dotati di selle indipendenti regolabili in senso
orizzontale per l'intonazione.
Ponti in stile Tune-o-matic
Che si tratti del Tune-O-Matic
di tipo ABR-1 (quello con un filo metallico a evitare le vibrazioni
delle selle), del successivo Nashville o delle sue varianti, d'ora in
poi abbrevieremo in TOM. Il raggio di curvatura delle selle è fisso e
pre-impostato per seguire quello della tastiera (di solito 12”). La regolazione
che possiamo fare sul ponte TOM è una sola: abbassarlo o alzarlo agendo sui piloni
laterali. Alcuni modelli prevedono il comodo blocco della regolazione tramite
serraggio.
Le selle possono essere spostate solo
orizzontalmente per regolare l'intonazione, argomento che trattiamo in un
articolo dedicato sul blog Soundsation. Un bravo liutaio può agire anche sulla
singola sella e regolare l'altezza di una corda; ma si tratta di un'operazione
da veri esperti.
Ponti in stile Stratocaster (vibrato)
Esistono tante varianti di questo ponte
vibrato (spesso erroneamente definito tremolo), per intenderci
quello con la leva, inclusi i modelli basculanti su due piloni (floating)
tipo Floyd Rose o tipo Wilkinson (nella foto) e altri, con o senza bloccaggio delle corde al
capotasto o sulle meccaniche (auto-bloccanti).
Tutti i ponti vibrato danno la possibilità di
regolare le selle sia orizzontalmente, per l'intonazione, che verticalmente,
per l'altezza delle corde sulla tastiera.
Prima di regolare l'altezza delle selle, si
dovrà però regolare l'altezza generale del ponte, basculante su due o sei viti
(più raramente quattro) inserite nel corpo della chitarra.
La buona notizia è che nei ponti
vibrato di ponti vibrato di ispirazione vintage a sei viti, la base ha una posizione
praticamente fissa, mentre possiamo inclinarne l'angolo rispetto al top del
corpo per ottenere diversi comportamenti del vibrato.
La regolazione dell'altezza va fatta quindi sulle singole selle, che sono
dotate di due elementi filettati (grani brugola).
Nei ponti più moderni, come quelli con base
a lama oscillante su due piloni (G&L, Wilkinson, Fender American
Standard, Floyd Rose [nella foto]), possiamo regolare entro certi limiti
l'altezza generale abbassando o alzando gli stessi. Operando su due fronti,
base e selle, la regolazione è più sofisticata e richiederebbe l'intervento di
un professionista esperto.
Una rara variante è il ponte vibrato
oscillante su cuscinetti a rullo o a spillo, altro caso in cui si opera
sull'altezza delle singole selle.
La regolazione completa dei ponti vibrato è
argomento di un altro articolo del blog Soundsation. Qui diamo per certo che il
vibrato sia già impostato secondo i vostri gusti.
Un vibrato su cui non si fanno regolazioni
d'altezza è il Bigsby, dal momento che rappresenta in realtà l'attacca-corde ed
è sempre abbinato a un ponte di tipo TOM.
Ponti in stile Telecaster a 3 o 6 selle (hard-tail)
Questo ponte fisso di scuola vintage è montato a battuta sul top della chitarra ed è
dotato di tre selle, ognuna al servizio di due corde; quindi l'altezza delle
corde va regolata per coppie tramite una chiave a brugola o, più di
rado, un cacciavite a taglio.I ponti più moderni hanno sei selle individuali e quindi è possibile
regolare l'altezza di ogni singola corda, così come descritto per i ponti
vibrato.
Ponte fisso di chitarra acustica, classica e
ibrida
Qui c'è poco da regolare perché il ponte è
costituito da un pezzo unico di osso o plastica atta a offrire le
caratteristiche necessarie, incluse eventuali pre-compensazioni
dell'intonazione. Per abbassare l'action è necessario tagliare o limare la base
del ponte quel tanto che serve. Per alzare l'action bisogna preferibilmente
sostituire il ponte con uno più alto.
Per le chitarre classiche esistono ponti sostitutivi con altezze pre-impostate per ogni
corda, atte a migliorare l'action generale.
Operare
sulle chitarre acustiche è comunque un'attività soprattutto per liutai e riparatori
professionisti, soprattutto quando lo strumento è pre-amplificato e
sotto il ponte è alloggiato un sensore piezo-elettrico; a meno di non
usare un'altra soluzione come i piezo KNA SG-1 ed NG-2 portatili!
E ora, come regoliamo l'action?
Spiacente di deludervi, ma quanto a specifiche
dell'action siamo nel campo della grande variabilità. Qualche esempio
accertato di action misurata tra facce inferiori di prima e sesta corda dalla
sommità del XII tasto: 1 millimetro per Carlos Santana e Jeff Beck; 2 mm. per
Stevie Ray Vaughan; 3 mm. per B.B. King.
Fender e Gibson, ad esempio, fanno
riferimento per le elettriche a relief (termine che abbiamo
incontrato negli articoli Che cos'è il truss-rod? e Regoliamo il truss-rod) di circa 1 mm.,
sempre al XII tasto. Specifiche come queste sono migliorabili dal liutaio, che
può arrivare a dimezzarne il valore!
Tornando nel mondo reale, munitevi di un calibro
o di spessori: se sulla vostra chitarra rilevate 1 mm. tra mi basso e XII
tasto, consiglio di ritenersi fortunati e godersi lo strumento.
Se invece, dopo aver regolato la linearità
del manico, volete un'action ottimale per il vostro gusto, dovrete agire
con pazienza su piloni e selle del ponte della chitarra. Sarebbe bene
che i piloni fossero completamente avvitati nelle loro sedi, ma, se serve, si
possono alzare un po' agendo sulla testa a taglio con un cacciavite.
La regolazione può risultare difficoltosa se
lo strumento è accordato, quindi è utile allentare le corde prima di far
ruotare le rondelle filettate che fanno muovere verticalmente i ponti TOM.
Esistono in commercio attrezzi come quello mostrato in foto, che facilitano la
rotazione delle rondelle, purché siano di passo corretto.
Meno problemi, invece, per le selle
regolabili singolarmente.
Seguiamo il raggio di curvatura
Le tastiere delle chitarre possono avere
diversi raggi di curvatura, dai 7” ½ visibilmente curvi dei modelli
fedelmente vintage ai diffusi 9” ½, dai 12” ai 14” e oltre per un andamento
tendenzialmente “piatto” adatto ai corridori della tastiera. Esistono anche
raggi di curvatura compound o composti, in cui la tastiera va
appiattendosi man mano che si va verso le posizioni più vicine al corpo dello
strumento, favorendo barrè e accompagnamento nella prima parte del manico,
bending e assolo nella seconda.
Come abbiamo detto, i ponti wrap-around
e TOM hanno una curvatura di fabbrica che ricalca quella della tastiera dello
strumento su cui sono montati.
Diverso il discorso per i ponti con selle
regolabili individualmente in altezza, dove è necessario disporre le stesse
seguendo possibilmente il raggio di curvatura della tastiera.
Si comincia sistemando le selle delle due
corde più esterne all'altezza desiderata, e poi si prosegue con le altre in
modo da ottenere una curva con la sommità al centro (corde re e sol). È
importante conoscere il raggio di curvatura della propria tastiera e affidarsi
all'occhio e all'esperienza, o usare i campioni e gli attrezzi di misura
che si trovano in commercio.
Cenno sull'attacca-corde
L'attacca-corde di scuola Gibson (stud
tailpiece) può essere regolato in altezza, soprattutto in rapporto al
ponte. L'angolo delle corde tra i due componenti ha un'importante influenza
sulla tensione e sulla sensazione delle dita nel suonare. Ne riparleremo. Per
ora ricordate che le corde non dovrebbero toccare il bordo del TOM uscendo
verso l'attacca-corde.
Cenni sul capotasto
Come ben sappiamo, le corde della nostra
chitarra sono tese tra due punti: il ponte e il capotasto. Il capotasto
presenta solchi della profondità prevista praticati in fabbrica. A volte,
tuttavia, i solchi non sono eseguiti con la necessaria precisione, oppure per
nostre esigenze di esecuzione o gradevolezza del contatto con la
tastiera devono avere profondità diverse da quelle di fabbrica.
Pur esistendo degli utili capotasti
regolabili in altezza, questi sono usati raramente dai costruttori e in genere
avversati dai chitarristi. Quindi, restando sul classico capotasto fisso in
osso o plastica, la sua regolazione è destinata agli operatori professionisti,
che sanno abbassarlo e alzarlo per intero o anche lavorare sui singoli solchi,
ricorrendo a spessori, lime e polvere di osso miscelata con colla.
Ciò che noi umili chitarristi possiamo fare è
verificare che l'altezza del capotasto renda agevole e intonato il nostro
suonare. Se fosse troppo basso, sentiremmo le corde
frustare nelle prime posizioni o anche a vuoto; se fosse troppo alto,
avvertiremmo difficoltà e problemi di intonazione.
È semplice e utile fare
riferimento all'altezza delle corde al I tasto, aiutandosi con un biglietto da
vista o simile. Una regola pratica dice che esso deve infilarsi liberamente tra
le corde e il I tasto, ma non sfilarsi troppo facilmente. Nel dubbio,
rivolgersi al liutaio.
Qualche dritta
Regolata l'altezza di prima e sesta corda,
fatto in modo che le restanti corde seguano il raggio di curvatura della
tastiera, è possibile ottimizzare la curva descritta dalle selle del ponte
secondo il proprio gusto.
Ad esempio, alzando un po' le corde basse, in
particolare la sesta, per consentirle una maggiore libertà di vibrazione;
oppure abbassare un po' prima e seconda corda per favorire la diteggiatura in assolo;
ancora, alzare di poco la terza corda per facilitare il bending sulla
seconda. Il nostro limite verso il basso sarà l'inizio del frustare delle corde
sui tasti, quello verso l'alto la fatica nell'esecuzione.
Regoliamo e proviamo a suonare, regoliamo
ancora e riproviamo a suonare, e di nuovo... Alla fine avremo uno strumento
come lo vogliamo noi, con il manico dritto il giusto e le corde all'altezza
desiderata per il nostro playing!
Non è finita, però... In un articolo dedicato
sul blog Soundsation vedremo come procedere alla vitale regolazione dell'intonazione!
Fabrizio Dadò