Capire
e usare i diversi modelli di compressore a pedale.
In questo articolo diamo un orientamento sull' uso dei pedali compressore in base al tipo di circuito e alle esigenze musicali di chitarristi e bassisti. In un altro articolo del blog Soundsation trovi invece cenni storici e una descrizione dei più diffusi tipi di compressore.
Perché
comprimere
Nel primo
articolo sulla compressione del blog abbiamo visto che si tratta di un'
operazione
di controllo automatico del livello
di un segnale elettrico (suono di
chitarra, traccia registrata, etc.) per regolarne
la gamma dinamica. In
poche parole, i suoni che superano una certa soglia vengono ridotti di livello,
mentre i suoni sotto una certa soglia vengono amplificati.
Tra le
esigenze che richiedono la
riduzione della dinamica di un segnale
possono esserci l'adattamento all’interno di un circuito, il livellamento
in una produzione audio, la gestione automatica del volume di una registrazione,
il contenimento di
picchi, anche quelli generati dal playing di un chitarrista
o di un bassista, fino a specifiche sonorità di generi musicali quali il
funk, la fusion, la disco e il country.
La
compressione taglia i picchi che oltrepassano la soglia impostata e alza i
livelli più bassi, uniformando il segnale in uscita e generando un suono
prolungato (
sustain).
La
compressione è molto apprezzata, anche se non sempre percettibile a tutti,
quando è associata a
effetti di modulazione e ritardo.
Compressore
e booster
Soprattutto
tra i chitarristi rock e fusion è comune l'uso di un compressore come
booster, posizionandolo tra la propria chitarra e un pedale overdrive o
l’ingresso dell’ampli allo scopo di alzare il livello del segnale e portarlo
più facilmente alla
distorsione senza aumentare il volume generale dell'amplificatore. Allo stesso tempo il suono
compresso e distorto sarà più lungo, più morbido e più gestibile sotto le dita,
anche se va ricordato che un suono distorto è già più o meno compresso per sua
natura.
Se si
desidera il solo effetto di boost, è possibile ottenerlo alzando il solo
controllo di Volume o Livello del compressore, tenendo basso o a zero quello di
Sustain o Compression, pur essendo i due molto interattivi. Infatti il primo
opera usualmente sul livello in uscita dall'effetto, il secondo sul guadagno
della compressione.
Alcuni
compressori offrono opzioni
clean/clip, ovvero una scelta tra un suono
pulito e pieno nella forma d'onda e una con i vertici schiacciati.
Nel grafico in basso,
un esempio elementare di
clipping.
Altri
modelli offrono un booster integrato con diverse opzioni di
routing dei
due effetti, come accade nel
Nux Masamune NBK-5.
Compressore
e rumore
Il
nemico nascosto nel compressore, soprattutto nei modelli obsoleti ed economici,
è il rischio che esso generi
rumore o, meglio, amplifichi quello già
esistente nella nostra catena audio. In effetti il compressore “interpreta” il
rumore insito nel segnale in ingresso come un basso livello da innalzare, con
un effetto molto sgradevole soprattutto nelle pause del playing. Per questo
motivo spesso i circuiti di compressione sono accompagnati da una sezione di
riduzione
del rumore
(noise gate) più o meno dichiarata. È comunque
consigliabile mettere il compressore
al primo posto della catena effetti,
in modo da non fargli percepire la rumorosità eventuale di altri pedali,
soprattutto overdrive e distorsori. Tuttavia a volte è possibile trovare un
compressore al termine della catena effetti per livellare il suono generale prima
dell'amplificazione.
Quali
compressori per quali usi
Ricordando
che tipologia e
parametri dei circuiti di compressione sono trattati nel
primo articolo del blog Soundsation, vediamo ora i tipi più diffusi
di compressore con alcuni modelli reali per riferimento.
OTA
Il tipo
di compressore più diffuso per l’uso con la chitarra è quello con circuito OTA
(amplificazione in corrente), come l'MXR Dyna Comp e il Ross, i successivi
Ibanez CP-9,
Boss CS-2 e DOD FX-80B, e gran parte degli attuali, con più
o meno varianti, ad esempio: MXR Dyna Comp Deluxe,
Wampler Ego,
Keeley Comp Plus, Electro-Harmonix Tone Corset,
Fender The Bends, Maxon CP9 Pro, Nux Sculpture NCP-2 e Komp Core Deluxe.
I
compressori OTA possono tendere a “clippare”, schiacciare con un pizzico di
“sporcizia” il suono per certe regolazioni e possono essere un po' rumorosi
(difetto ormai raro nei prodotti di qualità) o cambiare il suono originale
dello strumento. Ovviamente dipende molto dalla classe del prodotto e
dall'evoluzione dei circuiti.
I campi
di applicazione musicale sono i più vari, dal funk alla disco, dal country al
progressive, dal pop alla fusion, includendo certi suoni clean e lievemente
crunch
del Texas blues (si pensi allo Stevie Ray Vaughan di Riviera Paradise).
Anche i bassisti li apprezzano per generi musicali di stampo tradizionale o
quando non serva un attacco “assassino”.
VCA
Seguono
per diffusione i compressori basati su circuiti VCA a controllo in voltaggio,
di cui un classico rappresentante è il
Boss CS-3. I VCA sono più precisi
e veloci nella risposta, con un attacco molto netto se serve. Spesso sono poco
fedeli al suono originale in ingresso. Rappresentano una soluzione efficace e
non dispendiosa per i rack da studio, mentre i pedali per la chitarra possono
risultare “freddi” o “clinici” per alcuni. Nel
metal sono molto utili,
con i loro maggiori parametri, nelle ritmiche serrate, nel
legato, nel palm-muting,
negli arpeggi effettati del
prog, insomma quando servono controllo
dinamico, attacco preciso e buona spinta.
FET
I modelli VCA con stadio a FET (Electro-Harmonix Soul Preacher, Analogman Juicer) enfatizzano le caratteristiche descritte per i VCA con un attacco più deciso, transienti molto presenti, suono percussivo e ottimo punch. Per le loro caratteristiche timbrico-dinamiche e spesso per il maggior numero di controlli, come Attack e Decay, i compressori a FET sono apprezzati dai bassisti metal, funk e fusion. Invece il vecchio, semplice e affermato Dan Armstrong Orange Squeezer della foto non aveva controlli.
OTTICI
I compressori ottici o opto-elettronici sono basati su una fonte di luce e foto-resistenze che modificano l'effetto di compressione in base alle variazioni di intensità luminosa , a loro volta variabili secondo il livello del segnale in ingresso. Sono compressori piuttosto lenti nel rilascio, morbidi nell’attacco e dalla sonorità calda. Questo tipo di compressione ricalca molto quella usata negli studi di registrazione, quindi si tratta di un effetto a volte poco percettibile, destinato a musicisti dal gusto e dal playing raffinati. Tuttavia non mancano le eccezioni, magari in accoppiata con circuiti di boost ed EQ integrati, caso in cui ben si applicano a generi quali la rock fusion moderna. Esempi: Eleven Electrix Opto-Compressor, Diamond Compressor, Demeter Compulator, Electro-Harmonix White Finger, BBE Opto-Stomp, Friedman Sir-Compre.
VALVOLARI
I compressori
valvolari utilizzano una valvola come nei modelli da studio precursori. In
alcuni casi tuttavia la valvola serve semplicemente a dare una “scaldata” al
suono in un circuito a stato solido. Hanno un
suono raffinato e morbido,
un attacco lento, un decay graduale e di solito offrono pochi controlli. Hanno
bisogno di una
alimentazione dedicata, cosa che non li fa prediligere
nelle
pedaliere dei chitarristi. I modelli dotati buona spinta, ricchi
di controlli e magari di un'uscita DI sono consigliabili ai bassisti e ai
chitarristi elettro-acustici. Qualche esempio: Electro-Harmonix Black Fingers,
DV Mark Compressore, T-Rex Squeezer,
Effectrode PC-2A.
DIGITALI
Negli
ultimi anni, grazie all'esperienza tecnologica maturata nei progetti a
modelli
fisici
, sono comparsi alcuni pedali compressori digitali, che però hanno
avuto raramente grande successo. Fanno eccezione i modelli nel cui marketing
non compare troppo la parola
digital e quelli utilizzabili con app
per download ed editing
. Secondo i tipi, possono offrire una propria
soluzione di compressione o, più spesso, emulare quella di compressori
analogici ben noti, come nel caso di TC Electronic HyperGravity, Source Audio
Atlas e Line 6 Constrictor. Altri, come il Boss CP-1X, sono
compressori
multi-banda
ovvero processano separatamente diverse porzioni di frequenze.
A mio avviso, la loro applicazione in una pedaliera ha maggior senso in un
dominio totalmente digitale o sotto loop.
Conclusioni
Molti
chitarristi snobbano la presenza di un compressore nella propria pedalboard, ma
questo effetto è essenziale e immancabile in post-produzione nelle
registrazioni di studio di tutti i grandi chitarristi da
Jimmy Page a Steve
Vai
, spesso sotto forma di effetto out-board o del
banco. Turnisti e professionisti non
mancano di averne uno sempre al seguito.
Va
detto che il compressore richiede una certa
maturità musicale ed esecutiva
per essere apprezzato dallo strumentista. Si deve raggiungere un certo livello di consapevolezza dei vari
aspetti del proprio suono e del proprio tocco sullo strumento, in modo da
inserire tra i propri effetti il compressore giusto nel modo giusto per creare
buone sonorità senza risultare innaturali.
Al chitarrista
alle prime armi
consiglio di iniziare con un pedale compressore di tipo OTA
se si desidera un suono classico e morbido. Se si cercano minor rumore, suono
più pulito e apertura sugli alti, un modello dotato di operazionale LM13700 è
forse consigliabile. Invito anche a confrontare un compressore VCA, giusto per
capire i due tipi di suoni prima di indirizzarsi in una direzione o nell'altra.
A un bassista consiglio invece di fare la scelta inversa: un buon VCA di
partenza e poi il confronto con OTA o altro.
A chi
cerca
equilibrio ed eleganza nella tessitura armonica di arpeggi e
fraseggi consiglio di provare un compressore opto-elettronico, sempre che un
VCA di alto livello non lo soddisfi.
Al
musicista maturo che ancora non abbia inserito in pedaliera un compressore,
abbia esigenze diversificate e buon tocco sullo strumento, consiglio di
sfruttare questa piccola guida tecnico-stilistica per orientarsi e di non
mancare di provare anche i compressori con più controlli,
equalizzazione e
booster inclusi
. A questo proposito devo assolutamente fare riferimento al Masamune NBK-5 per sottolineare quanto diverso possa essere il
comportamento di booster e compressore se collegati in serie o in parallelo,
un'opzione possibile su questo azzeccato effetto di casa Nux: sotto le dita si
apre un intero mondo di possibilità dinamiche e timbriche, provare per credere!
Fabrizio
Dadò