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Come scegliere il mixer giusto per una piccola Live band?

Come scegliere
il mixer giusto
per una piccola Live band?

In questa prima puntata occhi puntati sulle piccole band!

Con questa nuova rubrica, la prima di una serie di tutorial su tecnologie e prodotti ad uso pratico, vogliamo analizzare con voi le reali esigenze di chi deve scegliere un mixer per la propria attività live. In questa prima puntata occhi puntati sulle piccole band! Pronti? Andiamo sul palco!

La massima espressione della musica, almeno per quanto riguarda la musica pop/rock, è certamente l'esibizione dal vivo.

Tutti noi che amiamo la musica sappiamo quanto sia importante curare l'esibizione live, anche dal punto di vista tecnico, e spesso la scelta degli strumenti giusti per l'amplificazione della band può fare una grande differenza tra un'esibizione mediocre ed una di impatto.

Chiariamo subito che non è necessario spendere una fortuna per ottenere risultati più che dignitosi, serve piuttosto avere le idee chiare in merito ciò che dobbiamo fare in fase di preparazione (sala prove e soundcheck) per poi capire quello di cui abbiamo realmente bisogno una volta saliti sul palco. Inoltre, proprio la disciplina durante il soundcheck può aiutare non poco ad ottenere il risultato voluto


Il mixer: il "cuore" del sistema

Nel caso di una piccola band che si esibisce in pub, piccoli locali e in situazioni all'aperto con un centinaio di persone al massimo, quello che serve è sostanzialmente un buon impianto di amplificazione, una dotazione standard di microfoni e poi lui, quello strumento che serve per raccogliere i segnali e miscelarli insieme in un programma sonoro che permetta di distinguere ogni strumento e trasformi la singola performance in un suono d'insieme coerente e bilanciato. Stiamo parlando del tanto amato mixer.

Vista la sua importanza la scelta del mixer giusto, adatto alle nostre esigenze, è una delle prima cose da considerare, ancor prima di tutto il resto.

Se volete capire di quale mixer avete bisogno e quali siano le migliori opzioni per voi, dovete per prima cosa comprendere come affrontare in maniera corretta e col giusto metodo l'amplificazione della vostra band. Pronti? Seguiteci!

Ipotizziamo di aver a che fare con la classica formazione della rock band, composta quindi da batteria, basso, chitarra ( o chitarre), tastiera, main vox e cori.

Siamo già in una situazione abbastanza "completa" se così vogliamo dire, ma è pur vero che partendo da questa base il processo di "semplificazione" risulterà poi più semplice.

Le prime cose da chiedersi sono in relazione al numero di canali di cui abbiamo bisogno, se necessitiamo di ritorni per le casse monitor (quindi le uscite AUX per fornire un mix ai musicisti sul palco) e se vogliamo attingere agli effetti integrati che ormai molti mixer offrono e con qualità soddisfacenti. (link utile! thanks to WikiHow)

Prendendo in esame la formazione che abbiamo deciso di prendere ad esempio, possiamo ipotizzare che un numero di canali da 10 a 12 può fare al caso nostro. Si comincia!

Partiamo dalla ritmica e la batteria, a ben vedere, non necessita una amplificazione completa per ogni suo pezzo, almeno nella situazione sopra descritta.

Un microfono dinamico sulla gran cassa e due microfoni a condensatore per gli Over Head possono essere sufficienti, dando così la giusta spinta ed incisività alla ritmica di base e ricreando un buon suono di insieme che comprenderà il rullante (che ha una emissione molto forte anche in acustico), i fusti ed i piatti. Ops, primo vincolo obbligatorio se vogliamo usare i microfoni a condensatore è avere una corrente che li alimenti, la famosa 48v, ossia la Phantom Power. Niente paura, non è una cosa rara nei mixer semi professionali o professionali.

Arriviamo al basso, cuore pulsante della band. Niente di più¹ facile, canale in diretta e via! Se il bassista è munito di un pedale compressione per la gestione dinamica del suono ed una DI (Direct Out) per fornire il segnale bilanciato il gioco è fatto. Sezione ritmica "archiviata" con 4 canali!

Le chitarre, solo nelle situazioni più grandi, possono essere riprese con un microfono dinamico che riesca a sopportare - e valorizzare - i transienti e gli attacchi così importanti in questo strumento.

Anche per le voci stesso approccio, potete scegliere il microfono che preferite ed a ben vedere con un canale per la main vox e un secondo per i cori il gioco è fatto.

Adesso, se avete almeno due canali ancora liberi per le tastiere una buona idea può essere quella di metterle in stereo, per ricreare un effetto più avvolgente e di maggior impatto, ma se siete a corto di canali un segnale mono non cambierà poi cosìtanto il risultato finale.

Una volta cablati segnali e microfoni si può passare alla fase del mix, un'arte che non può certo essere descritta in poche righe, ma ci proviamo, sempre in relazione alla scelta del nostro mixer!


Adesso si mixa!

Di certo un mixer adatto allo scopo dovrebbe essere dotato di un buon equalizzatore con almeno tre bande (low-mid-high), meglio se con una banda ad impostazione parametrica, che spesso è riservata alle frequenze medie.

Tra i filtri presenti poi troviamo altrettanto spesso una regolazione che si chiama low cut (o High Pass Filter) che può essere fissa (molto spesso impostata a 80 o 100 Hz) o variabile. Usatela!

Sembra banale ma cominciare col togliere da alcuni strumenti tutte quelle frequenze basse che non sono "caratteristiche" di quello strumento pulisce enormemente il mix.

Esempio? Chitarre e voci difficilmente avranno componenti importanti sotto i 100 Hz, quindi perchè non lasciare quel range per kick drum e basso in prima istanza?

Praticate adesso quei tagli e quelle regolazioni che meglio esaltano il suono dello strumento, ricordando che è sempre meglio "togliere" in fase di eq. rispetto che aggiungere. In questo senso è sempre bene lavorare sui suoni di base, che devono essere quanto mai definiti e bilanciati già all'origine, prima della ripresa stessa.


Il monitoraggio di palco:

Per suonare tutti insieme occorre però che ogni musicista senta se stesso e senta gli altri, ed è qui che spesso si generano le più grandi incomprensioni e i più grandi disastri.

Due regole basilari che sarebbe bene che tutti rispettassero, per il bene e la sanità mentale di tutti i membri della band: cercare di tenere il livello dei monitoraggi il più basso possibile e provare a ricreare un buon balance di palco agendo prima di tutto sul suono degli amplificatori salvo poi aprire sui monitor solo lo stretto necessario.

Avete presente quella situazione in cui i chitarristi fanno a gara ad alzare l'amplificatore? Non é che abbiamo qualche cosa contro i poveri chitarristi, ma è inutile aprire sul monitor il canale della propria chitarra che, teoricamente, si dovrebbe sentire già chiaramente e con sufficiente volume dal proprio amplificatore.

La tecnica di avvicinarsi e allontanarsi dell'ampli, quando il palco è sufficientemente grande, funziona sempre!

Stessa cosa per la batteria, inaccettabile pretendere di avere in spia il suono del rullante, ed i motivi sono evidenti. Peraltro il rullante é proprio quello strumento che teoricamente andrebbe preso come riferimento per tutta la band e nessun amplificatore o cabinet dovrebbe sovrastare il suono del rullante che, sia detto per inciso, può produrre tranquillamente oltre 110 dB!

Il consiglio é quello di suonare in acustico cercando così di bilanciare il suono della band aggiungendo poi le voci e poco altro sulle casse di ritorno che, in una situazione come questa, potrebbero benissimo essere 4: una al batterista, una al tastierista, una al cantante e magari due collegate attraverso un link (cioè sulla stessa linea monitor) per basso e chitarra.

Quando tutto sembra più o meno essere correttamente bilanciato possiamo anche pensare di applicare qualche effetto.

Date retta, non fatelo prima, aggiungerebbe solo complicazioni evitabili e non vi farebbe focalizzare l'attenzione sulle altre cose, appena descritte, decisamente più importanti.

Un po' di riverbero e volendo un echo con effetto ribattuto sulla voce fanno sempre la loro bella figura, a patto di saper usare bene i parametri.

In molti casi è l'ambiente stesso della sala ad essere riverberante, quindi aggiungerne in eccedenza sarebbe quanto mai controproducente. Tenete poi conto che un locale che al pomeriggio durante le prove è verosimilmente vuoto può restituire delle frequenze "ridondanti" ed una riverberazione che la sera, col numeroso pubblico che verrà certamente ad acclamare la band, cambierà anche sensibilmente. Quindi, anche in questo senso, poco è bene.


Ed eccoci al punto: quale mixer scegliere per un piccolo live?

Adesso che abbiamo le idee un po' più chiare in relazione a ciò che serve per amplificare la nostra band e, forse, abbiamo qualche nozione basica e qualche procedura funzionale per settare al meglio il nostro suono ed il nostro mix, possiamo cominciare a capire di che mixer abbiamo realmente bisogno.

Ricapitolando, ed in base alla nostra dissertazione, la scelta giusta per una piccola band dovrebbe prevedere un mixer con:

  • preamplificatori con un buon rapporto segnale/rumore
  • un eq efficace
  • circa 10-12 canali
  • 4 uscite aux
  • effetti integrati (possibilmente)

Certo che con un budget di 2000 o 3000 euro un mixer digitale con memorie impostabili potrebbe fare al caso vostro, ma la realtà dei fatti, come sappiamo bene, é ben diversa. In un Paese come il nostro dove spesso esibirsi dal vivo significa ricevere in cambio una pizza ed una birra (e sia chiaro non é questo un vanto!) sempre e comunque con i budget bisogna fare i conti.

SoundSation in catalogo ha appena introdotto la nuova serie AlcheMix da 8, 10 e 12 canali, con effetti integrati e con una qualità che meriterebbe di essere provata. Se vi dicessimo che potreste avere tutto ciò con un prezzo di circa 300 euro?


Conclusioni:

In conclusione però l'obiettivo di questo articolo, come degli altri che arriveranno a breve, dovrebbe essere essenzialmente pratico.

In questo caso specifico la prossima volta che dovete salire su un palco con la vostra band provate a "fare le cose fatte bene" in fase di soundcheck e vi accorgerete che ancor prima di spendere cifre importanti per la strumentazione, potrete portare a casa la serata con soddisfazione anche senza spendere una fortuna.

Poi se partite con l'intro di chitarra di "Sunday Bloody Sunday" quando tutta la band è pronta per suonare "My way", ehm, allora quello é un altro problema, un'altra storia che magari un giorno vi racconteremo...