a.
Che cosa significa diffusore attivo e passivo
Veniamo dunque alla nostra seconda domanda di partenza. Sappiamo
che una cassa acustica passiva è composta da:
·
Un mobile
chiuso (a sospensione pneumatica), con una o più aperture (bass reflex) o a
linea di trasmissione (con percorso del suono interno al mobile)
·
Uno o più
trasduttori
(nel caso di diffusore a 2-vie, un woofer e un driver)
·
Un
crossover passivo
(quando si ha più di un trasduttore e occorre quindi separare
le frequenze)
Sappiamo anche che un diffusore serve a rendere fruibile ciò
che stiamo suonando o riproducendo a più persone contemporaneamente e per fare
ciò occorre
amplificare il nostro
segnale audio mediante delle apparecchiature dette appunto
amplificatori. In un sistema audio con casse passive l’amplificatore
è esterno; in una cassa attiva, invece, l’amplificatore è dentro il diffusore
stesso.
Pertanto un diffusore
passivo
è una cassa che necessita di un segnale audio già amplificato e che
si limita a trasformare l’energia elettrica di questo segnale in onde sonore.
Un diffusore attivo
invece, oltre ad incorporare al suo interno tutti gli elementi contenuti in una
cassa passiva, possiede anche l’amplificatore (e tutto ciò che serve per il suo
corretto funzionamento: alimentatore, preamplificatore, ecc.)
Tipi di diffusori attivi
Le casse attive possono essere di diversi tipi. Dal punto di
vista acustico vengono suddivise in base agli stessi criteri usati per i
sistemi passivi. Pertanto possono esserci casse attive a due o più vie; con o
senza bass reflex, e così via.
Dal punto di vista dell’architettura elettrica, invece, possiamo
avere i seguenti tipi:
- Diffusore amplificato semplice (mono-amp)
- Diffusore amplificato multiplo (bi-amp, tri-amp, ecc.)
Il sistema
amplificato semplice
(di solito indicato come “cassa attiva” senza ulteriori
informazioni) prevede un singolo preamplificatore, un solo amplificatore
finale, un crossover passivo e due o più trasduttori.
Il preamplificatore
serve per alzare o abbassare il livello del segnale di ingresso in modo da
pilotare perfettamente lo stadio cosiddetto “finale” di amplificazione. In
molti casi, ad esempio, il preamplificatore – o semplicemente pre – prevede il
collegamento di un microfono, di un lettore CD, di un tablet o di una tastiera;
tutti segnali che possono avere livelli molto diversi tra loro. A volte
addirittura il pre incorpora un vero e proprio mixer, che permette di usare
contemporaneamente più sorgenti audio e regolare per ciascuno di essi volume,
toni, ecc.
Il finale in
questo tipo di architettura amplifica tutta la gamma audio e quindi invia
questo segnale al crossover passivo che, a sua volta, separa le porzioni di
spettro in base alle caratteristiche di ciascun trasduttore. Per cui, ad
esempio, le frequenze basse andranno al woofer; quelle intermedie ad un
eventuale midrange; quelle più alte ad un driver a compressione.
Il sistema amplificato multiplo
Quello più diffuso è certamente il bi-amplificato e tutte le considerazioni valide per esso si possono
estendere a casse tri-amp en multi-amp. Lo schema di principio prevede anche in
questo caso un preamplificatore che a differenza del caso precedente è subito
seguito da un crossover attivo. La gamma audio quindi viene suddivisa in due o
più parti PRIMA di essere amplificata e lo stadio di amplificazione prevede
pertanto due o più finali, ciascuno dei quali operante nella proprio intervallo
(
range) di frequenze. I progettisti
così possono realizzare circuiti con caratteristiche mirate alla porzione di
spettro audio sul quale devono operare, ottenendo quindi delle performance
sicuramente superiori rispetto al caso precedente.
CONSIGLIO
Occorre tenere sempre ben presente la differenza tra sistemi
bi-amp, tri-amp e non, perché le prestazioni (e di conseguenza il costo)
cambiano sensibilmente. Spesso i rivenditori non specificano bene questi aspetti
puntando molto sul prezzo; per cui se si decide di acquistare una cassa attiva
sulla sola base del prezzo si rischia di non capire bene quale sia il reale
valore commerciale.
b.
Attivo vs passivo: pro e contro di entrambe le
soluzioni
Leggi la prossima puntata: Prezzi e qualità