In
questo articolo ci concentriamo sugli amplificatori per chitarra elettrica più popolari
ed economici: i solid state. Spiegheremo come funzionano, come si sono diffusi
e quali sono i loro aspetti positivi e negativi rispetto ai “nemici” valvolari.
Per
una panoramica sui primi passi nello sviluppo delle chitarre elettriche e dei loro amplificatori nella prima metà del XX
secolo, nonché per una rapida spiegazione di cosa sia un amplificatore, dai
un’occhiata a quanto abbiamo già scritto nell’articolo sugli amplificatori a valvole. In questo articolo ci occupiamo invece degli
amplificatoria stato solido.
Che cosa è
un transistor?
Da sinistra a destra: transistor al germanio, transistor al silicio, circuito
integrato.
Allo
studio già dagli Anni ’20 del Novecento, il transistor
(dalla fusione dei termini inglesi transfer e resistor) o transistore è un componente elettronico basato sulle proprietà di
alcuni elementi semi-conduttori come
il Gallio, il Germanio e il Silicio. Questi si comportano
sostanzialmente come isolanti (o quasi), a meno che non siano sottoposti a un campo elettrico, condizione in cui
diventano a diversi gradi conduttivi.
Per
realizzare un transistor, un frammento di cristallo
del semiconduttore, “drogato” con impurità, viene inglobato in un contenitore
che può essere di vari materiali, come plastica, metallo, silicone, etc., da
cui la definizione a stato solido
rispetto ai tubi a vuoto delle valvole.
Semplificando
al massimo, il funzionamento sfrutta il passaggio di elettroni fra tre zone a
diverso “drogaggio”: l’emettitore, da
cui muovono gli elettroni, la base,
che ne regola il passaggio a intermittenza, e il collettore, che li riceve. Mentre la valvola funziona con
variazioni di elevate tensioni, il transistor lavora su variazioni di basse correnti. Il risultato, nel nostro campo di
interesse, è quello di riprodurre il segnale
in entrata, aumentandone il livello e quindi amplificandolo.
Schema transistor
Un’altra
funzione possibile del transistor è quella di interruttore on/off, come accade ad esempio nei dispositivi digitali.
I
transistor possono essere usati individualmente, come singoli componenti discreti, oppure essere
inseriti in grande numero all'interno di un circuito integrato (IC o chip),
condizione in cui più frequentemente li troviamo utilizzati nei circuiti di
amplificatori ed effetti moderni.
Suono e
distorsione nei solid state
Circuito interno
Se
la distorsione valvolare è generalmente recepita come progressiva, dinamica,
ricca di armoniche gradevoli e
concentrata in gamma medio-bassa (relativamente alle frequenze emesse da una
chitarra), la distorsione generata
dagli amplificatori a transistor appare invece subitanea, dinamicamente
livellata, “aspra” perché ricca di armoniche di ordinedispari e concentrata in gamma
alta. In poche parole: nessuno cercherebbe da progetto una distorsione da transistor pura e
semplice. Nell’amplificazione per la chitarra ciò che viene di buono dai
transistor rispetto alle valvole si può riassumere in:
- grande economia di produzione del componente
- bassa generazione di calore
- ingombro e peso contenuti
- manutenzione più semplice e meno frequente (se il progetto è
buono)
- minore consumo di corrente
- maggiore resistenza a impatti e vibrazioni
- assenza di trasformatori d’uscita per
l’interfacciamento con l’altoparlante (in gran parte responsabili del
suono delle valvole)
- trasformatori di alimentazione più piccoli ed economici.
Una
caratteristica poco sottolineata, ma che rende ancora oggi gli amplificatori
solid state desiderabili, è proprio la loro dinamica contenuta rispetto ai valvolari; questo li rende adatti
per l’esercizio,
le prove e l’uso in ambienti piccoli o casalinghi, anche quando sono di una
certa potenza.
Le
cose da accettare come contropartita negli amplificatori solid state sono:
- maggiore complessità di
progettazione per l’ottenimento di buoni risultati audio
- suscettibilità a problemi
elettrici e termici
- minor livello di volume a
parità di potenza
- minore risposta dinamica
- clipping,
ovvero intervento della distorsione, brusco, senza fase di overdrive o saturazione che dir si voglia. (Sia chiaro, questo avviene per
l’orecchio umano e in assenza di stratagemmi circuitali, visto che effetti
molto apprezzati come il famoso TubeScreamer
vantano sonorità “valvolari” pur essendo a stato solido).
I FET
Un
tipo di transistor molto efficiente è il Field
Effect Transistor o FET (transistor
a effetto di campo), caratterizzato dal collegamento dei due poli tramite un
canale a sezione variabile in materiale semiconduttore drogato; più che
“acceso/spento” il loro funzionamento ricorda quindi il passaggio regolato di
“un flusso”. I FET più noti, ai nostri fini, sono i J-FET (Junction-FET) e i MOS-FET
(Metal Oxide Semiconductor-FET). I MOS-FET sono molto apprezzati in campo audio
per il loro clipping dolce e la
sonorità simile a quella valvolare.
Dalle valvole
ai transistor
All’epoca
dei primi strumenti elettrificati e fino almeno ai primi Anni ‘60 la
tecnologia prevalente per la fabbricazione di amplificatori – e di qualsiasi
altro oggetto elettronico – prevedeva l’uso di valvole termoioniche. Vediamo
a grandi passi la diffusione degli amplificatori
a stato solido per chitarra elettrica.
- Anni ’50 - Inizia l’inarrestabile
diffusione dei transistor nei circuiti analogici precedentemente a valvole
e, tra questi, negli amplificatori.
- Anni ’60 - Boom delle
piccole radio a transitor, ora alimentate
a pila! Tra i primi amplificatori solid state per chitarra figurano quelli
dell’italiana Davoli Krundaal, delle
americane Kay, Kustom e Gibson, delle inglesi Burns,
Vox e WEM. La Fender
arriva nel 1966 con il suo Super Showman (progettato da Seth Lover,
inventore del pickup humbucking). Parallelamente i transistor sono
utilizzati per storici effetti a
pedale come i fuzz.
Dapprima sono al Germanio,
che, per la sua instabilità, verrà sostituito dal Silicio,
un semi-metallo economico e diffusissimo.
- Anni ’70 – Si compie la
transizione al solid state, con i primi Marshall a transistor, i potenti Sunn e il Roland
Jazz Chorus.
- Anni ’80 – Le valvole
sembrano ormai destinate alla scomparsa. Tutti i grandi costruttori
propongono anche modelli solid state, a volte arricchiti da sezioni
effetti come distorsione, compressione e modulazione. I chitarristi cedono
i loro amplificatori a valvole in favore dei nuovi solid state, più leggeri,
gestibili ed economici.
- Anni ’90 - Dopo l’abbandono
dei valvolari, i ripensamenti e la convivenza delle due tipologie di
amplificatori anche in forma mista, la fama di alcuni chitarristi heavy
rock e la dedizione di costruttori come Mesa/Boogie, Soldano,
VHT e Rivera riporta in auge
gli amplificatori valvolari. I solid state sembrano relegati alla fascia
economica e amatoriale, ma in realtà continuano a essere usati dai chitarristi professionisti e
semi-professionisti sui palchi di tutto il mondo.
Soundsation Cream 15-R: combo transistor 15 W
La sfida
continua…
Gi sviluppi in campo informatico degli Anni ’90 e 2000 riserveranno tuttavia non poche clamorose sorprese, a testimonianza del traino che da sempre la tecnologia esercita sulla musica e sugli strumenti musicali. Sarà uno dei prossimi argomenti che tratteremo: gli amplificatori digitali.